Per contrastare il “Governo del cambiamento in peggio” non bastano lai, insulti, recriminazioni; non basta ricordare le promesse fatte in campagna elettorale; non bastano manifesti disperati di quattro intellettuali; non bastano le reazioni dei mercati, delle agenzie di rating,dell’Europa.
Non bastano perché, anche se assolutamente fondati, non intaccano in minimo modo il consenso di cui godono quelli che oggi stanno al governo. Anzi, nel momento in cui per varie ragioni il Paese si trova spaccato tra Guelfi e Ghibellini, Montechi e Capuleti, Sfascisti e Antisfascisti, Sovranisti e Europeisti, sulla base di un noto principio di psicologia cognitiva che attiene ai meccanismi del sense making,le accuse degli uni rispetto agli altri rafforzano le convinzioni degli altri rispetto agli uni, fino a divenire controproducenti e a consolidarne ulteriormente il consenso. E non si esce dalla logica di una campagna elettorale permanente.
Per battere democraticamente questo Governo e i partiti che lo sostengono bisogna fare qualcosa di più e di politicamente più intelligente. Le leve sulle quali intervenire mi sembrano sostanzialmente quattro:
1) Capire a fondo le ragioni del consenso di cui godono i partiti di governo.
2) Comprendere ruolo e responsabilità delle forze sociali, dei corpi intermedi, degli opinionisti.
3) Accentuare le contraddizioni (di classe) di cui soffre strutturalmente questo governo.
4) Costruire un’opposizione credibile
Delle prime due leve parleremo in questo pezzo di “diagnosi” mentre delle altre due leve di possibile “terapia” parleremo in un prossimo pezzo intitolato non a caso: “Che fare?”
1) Le ragioni del consenso
Le ragioni del consenso di Lega e 5Stelle sono sintetizzabili in un unico termine: il “volgarismo” e cioè la grande sintonia dei due partiti con il volgo. Con il volgarismo siamo oltre il populismo perché in tutte le democrazie in cui la sovranità appartiene al popolo tutti i partiti devono fare, o pretendere di fare, gli interessi del popolo. Ma mai nella storia si era visto che anche gli eletti e i governanti fossero altrettanto “volgari” della più parte dei governati e che, soprattutto, assumessero questa condizione come valore propriamente democratico e universale. E proprio su questo hanno preso voti e, a quanto sembra, continuano ad aumentare il loro consenso.
Il volgarismo si esprime e si rafforza seguendo quattro direttrici fondamentali facilmente riscontrabili nella cronaca politica di tutti i giorni:
- L’ignoranza
- La giustizia sommaria
- Il sillogismo
- La semplificazione
L’ignoranza, l’incompetenza, l’inesperienza di questo governo non ha uguali nella storia di nessun paese moderno.
A parte le clamorose cadute su italiano, storia, geografia, chi ci governa non ha alcuna esperienza di amministrazione, gestione, guida non dico di una piccola amministrazione locale ma nemmeno di un condominio. Nessuno dei ministri, esclusi Moavero e Savona, è mai stato in precedenza al governo e la totale incultura amministrativa, economica, industriale e di governo appunto, si è già espressa nei primi provvedimenti e nelle continue dichiarazioni.
In un Paese normale uno pseudo primo ministro che non ha mai fatto politica, non ha mai gestito nulla, non è stato eletto ma è avvocato e professore di diritto che, in occasione della tragedia di Genova, si permette di dire “lo Stato non aspetta la giustizia” andrebbe quantomeno radiato dall’albo degli avvocati e cacciato da tutte le facoltà di giurisprudenza. Un ministro delle infrastrutture, quello che gestisce la concessione con Autostrade, che dichiara di volersi costituire parte civile, andrebbe cacciato sui due piedi, a prescindere da qualsiasi posizione politica, perché ha dimostrato di non avere la più pallida idea del ruolo del suo ministero nella gestione della concessione con Autostrade, come gli ha ricordato Di Pietro. Un ministro dello sviluppo economico che sostiene la decrescita felice (sviluppo-decrescita è un ossimoro politico non banale in termini di cultura amministrativa) e come ministro del lavoro vuole cacciare gli esperti che dicono che con il decreto dignità si perderanno posti di lavoro (invece di confutare nel merito dati e proiezioni) in un paese normale verrebbe mandato a coltivare i campi, anche dai suoi sostenitori.
E invece, proprio in virtù della loro ignoranza cosmica e impermeabile a qualsiasi sottolineatura, rafforzano il loro consenso perché sono in perfetta sintonia con la maggior parte del volgo. Per non parlare di migranti e di criminalità, costantemente in calo ma sempre additati come il più grave pericolo per la sicurezza del Paese. lo schema logico e argomentativo è sempre lo stesso.
Il popolo, il volgo, il cittadino ignorante e incolto, certamente maggioritario nel Paese, si sente finalmente pienamente rappresentato da questi nuovi politici che lo confortano anche su altri piani,
come quello della giustizia sommaria.
Fin dall’antichità il popolo ha amato la giustizia sommaria e spettacolare; ancora oggi molti, quando è possibile, presenziano alle esecuzioni delle sentenze di morte; da sempre il popolo ama il sangue a prescindere che sia quello del colpevole vero o del presunto colpevole. Importante è impiccare subito qualcuno al primo albero: modello far west.
Che la civiltà ci abbia messo secoli per arrivare allo Stato moderno e allo Stato di diritto, passando, per esempio, per fasi drammatiche come l’Inquisizione, è cosa che il volgarismo ignora (nel senso etimologico del termine in quanto non conoscono la storia) ma che se anche conoscesse riterrebbe una forma di “garantismo peloso” per dirla con qualche nostro augusto magistrato. L’idea assolutamente liberale che “è meglio un colpevole a piede libero che un innocente in galera” non fa parte dei cromosomi del volgo. La giustizia deve essere immediata; se poi si sbaglia il colpevole si chiederà eventualmente scusa a babbo morto. Questo ha fatto il governo guidato da un avvocato-professore, ma questo fanno da anni non pochi procuratori della Repubblica. E il popolo applaude perché la giustizia sommaria non è altro che una sorta di sillogismo giudiziario e il sillogismo è la forma più elementare di argomentazione che proprio per questo affascina i volgaristi, tanto eletti che elettori.
Il ponte dell’autostrada crolla. L’autostrada è gestita dalla società Autostrade. La colpa quindi è della società Autostrade. Già condannata prima ancora che gli esperti (e la magistratura) abbiano avuto il tempo di ricostruire cosa esattamente sia successo. Non una semplice condanna “politica” sempre legittima ma una vera e propria condanna “giudiziaria” con tanto di sentenza (la revoca della concessione).
L’economia negli ultimi anni ha sofferto. L’economia è governata dall’euro. Le difficoltà italiane dipendono dall’euro. Usciamo dall’euro.
Nelle grandi opere si annida la corruzione. Noi siamo contro la corruzione. Non facciamo più grandi opere e avremo sconfitto la corruzione.
Non sono esempi: sono proprio le dichiarazioni ufficiali degli attuali governanti e del loro modo di “ragionare” su qualsiasi tema ed è proprio su questa “cultura logica” che si regge il consenso volgare della maggioranza degli elettori nei confronti degli eletti.
Tutto quanto sopra porta al trionfo dell’ignoranza, dell’incompetenza, dell’inesperienza perché significa che qualsiasi cittadino senza ne arte ne parte può diventare parlamentare, sottosegretario, ministro, presidente del consiglio e amministratore di qualsiasi società pubblica o para pubblica. In questo modo si riduce drasticamente la antica distanza tra governati e governanti. Per governare basta un po’ di buon senso e un po’ di onestà. Che il mondo dell’economia, dell’amministrazione, delle relazioni internazionali, del governo appunto sia una cosa complessa è una storia che si sono inventati i politici corrotti e gli “esperti” venduti per fregare sistematicamente il popolo. Salvini dice apertamente che il nuovo scontro è tra popolo e elites (cioè tra ignoranti e competenti) e in questo ha dalla sua la statistica che dice che le elites sono sempre una minoranza. Senza dimenticare ovviamente che in questi anni si sono certamente create sacche di privilegio e di rendita intorno alla politica, ma che tali sacche non si combattono con le ruspe perché qualsiasi governo, anche quello attuale, alla fine ha bisogno di competenze specialistiche per garantire l’ordinaria amministrazione.
Che governare significhi stabilire priorità e compatibilità; negoziare con alleati e controparti; tener conto delle interdipendenze sistemiche e delle conseguenze non previste dell’azione finalizzata è cosa che non pertiene minimamente alla mente di lor signori.
Hanno accorpato il turismo al ministero dell’agricoltura! A pensarci bene però in questo caso sono lungimiranti. Con la decrescita felice che hanno già cominciato a realizzare, tra pochi anni saremo tutti nei campi a coltivare piccoli orticelli per l’autoconsumo e i turisti (in particolare cinesi) verranno dal tutto il mondo a vedere quanto siamo (stati) furbi noi occidentali.
Insieme al decreto dignità, che secondo tutti gli esperti ridurrà l’occupazione, hanno proposto una flat tax per i titolari di partita IVA talmente favorevole che nel giro di pochi mesi l’occupazione a tempo indeterminato crollerà perché avremo una pletora di (falsi) liberi professionisti.
Ma la soluzione di tutti i mali che gli altri governi non hanno saputo risolvere è la nazionalizzazione: autostrade, Alitalia, Ilva, Grandi Opere, ecc. Una storia, che i volgaristi tanto per cambiare ignorano, che noi abbiamo già visto e che non ha dato risultati entusiasmanti. Ma questa volta sarà diverso perché tutte le nuove partecipazioni statali (accorpate anch’esse al ministero dell’agricoltura?) saranno dirette da loro uomini: incompetenti ma onesti e quindi tutto funzionerà per il meglio.
Per concludere su questa prima parte dobbiamo riconoscere che ci troviamo di fronte ad una situazione davvero particolarmente difficile perché, al netto questa volta della mia ignoranza, non mi sembra che nella storia si sia mai realizzata una così sostanziale e democratica sintonia tra l’ignoranza degli eletti e quella degli elettori. E l’ignoranza è una malattia, non una virtù, assai difficile da combattere. Se qualcuno ha dei dubbi si legga o si rilegga Don Milani che al proposito aveva le idee molto chiare e la smetta, per moralismo questo sì peloso, di dare sempre ragione al “popolo” quasi fosse un’entità astratta e metafisica e non un coacervo di esseri umani con (poche) virtù e (tanti) difetti.
2) Forze sociali, corpi intermedi, opinionisti
Che i partiti che hanno governato il Paese prima del 4 marzo 2018 abbiano delle gravi responsabilità politiche per l’esito di quelle elezioni è fuor di dubbio. Ma attribuire loro la responsabilità del trionfo dell’ignoranza più che ingeneroso sarebbe davvero sbagliato. Altri, ben più dei partiti, sono responsabili di quello cui oggi dobbiamo assistere sul piano culturale prima ancora che politico.
La decadenza della qualità della nostra scuola caratterizzata da permissivismo, buonismo e partecipazionismo non è certo colpa del decreto “Buona Scuola” di Renzi ma ha origini ben più lontane in una pseudo sinistra sentimentale post sessantottina che ha ignorato completamente “Lettere a una professoressa” limitandosi a ribadire (avendo per altro letto solo il titolo) che “L’obbedienza non è più una virtù”. Interrogazioni programmate, esami sempre più facili e domestici, abolizione degli esami di riparazione altrimenti gli insegnanti che danno ripetizioni guadagnano un sacco di soldi in nero, abolizione dell’insegnamento dell’Educazione civica, sono tutti orientamenti e tendenze che hanno alimentato la diffusione sociale dell’ignoranza da molti anni a questa parte.
Un sindacato, la CGIL, che ha combattuto sistematicamente il governo che pur ha contribuito con i suoi provvedimenti a salvare posti di lavoro (Fiat e altre crisi aziendali) e che ha facilitato la creazione di posti di lavoro (anche con il jobs act), fino ad opporsi alla riforma della Costituzione. Un sindacato che vive sulla schizofrenia di un gruppo dirigente di “retro sinistra radicale” e una base di iscritti che da anni vota Lega e 5Stelle non è certo esente da colpe che si sono accentuate quando ha cominciato a considerare i 5 Stelle la nuova sinistra. La grande frattura sociale tra garantiti e non garantiti oltre alle responsabilità dei diversi governi che si sono succeduti nel tempo vede una diretta responsabilità del sindacato che anche sul piano organizzativo e nella contrattazione non ha voluto-saputo tutelare i più deboli.
I magistrati giustizialisti che hanno fatto strame della cultura garantista propria dello Stato di diritto sono tra i principali responsabili di quella giustizia sommaria che i volgaristi invocano e praticano nei limiti (speriamo tengano) del possibile.
Le associazioni imprenditoriali, nella storia patria mai particolarmente coraggiose e lungimiranti, da tempo ormai corteggiano apertamente i nuovi governanti nella speranza di ottener brevi, rapide e semplici prebende monetarie ignorando la complessità del sistema e le interdipendenze, appunto sistemiche, tra i diversi provvedimenti. Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, soprattutto agli imprenditori, che la competizione nella globalizzazione è competizione di sistema e non di singole aziende e quindi è il Paese nel suo insieme che va sostenuto, governato e supportato, cosa che dilettanti ispirati alla decrescita felice non sono nemmeno in grado di immaginare. Alle imprese italiane servono migranti come mano d’opera; serve l’Euro come moneta affidabile di scambio; serve un mercato aperto per esportare il made in Italy.
Ma le colpe più gravi sono da attribuire a tutti quegli intellettualoidi che in questi anni sui giornali e nelle televisioni hanno lisciato il pelo al nuovismo protestatario e incolto lanciandosi contro i politici e contro la casta senza alcun distinguo di meriti, colpe responsabilità, alimentando così direttamente, per l’impatto che i media hanno sulla gente, ignoranza, sillogismi, semplicismi e giustizia sommaria. Alcuni si sono spinti fino a sostenere che i 5Stelle rappresentano la nuova sinistra quando nei loro cromosomi non c’è davvero nulla che possa considerarsi di sinistra e questo si poteva capire ben da prima dell’alleanza di governo con la Lega, tranquillamente collocata a destra ormai da molti anni. Il tutto amplificato dai social che sono strumento tecnologico ideale per la socializzazione dell’ignoranza e del non pensiero. Ma la stragrande maggioranza dei programmi televisivi dovrebbe riconoscere i danni culturali che ha prodotto sulla coscienza civica del nostro Paese.
Questi pseudo intellettuali in parte salgono sul carro dei vincitori per un piatto di lenticchie e un po’ di visibilità e in parte si stracciano le vesti, ma non più di tanto, per il clamoroso abbaglio che con la loro infinita cultura hanno preso e, senza alcuna ammissione di colpa, sono già pronti a spiegarci cosa bisogna fare per battere coloro che loro stessi hanno portato di fatto al potere.
Se tutte queste categorie sociali (sindacati, magistrati, insegnanti, giornalisti, imprenditori, opinionisti, intellettuali) non capiranno quanto forti sono state e sono le loro responsabilità nel successo del volgarismo e si limiteranno a sottolineare i limiti, assolutamente esistenti, dei politici e dei partiti politici oggi di opposizione, il trionfo dell’ignoranza continuerà tranquillo e beato il suo percorso travolgente. Da anni il Re Travicello domina incontrastato nel dibattito politico. Sarebbe ora che qualcuno ne prendesse coscienza e si assumesse almeno in parte le sue responsabilità.
Solo da un’analisi spietata della realtà e delle responsabilità si può partire per costruire una opposizione efficace al “governo del cambiamento in peggio”.