Presa in sé la questione dell’impeachment di Mattarella non è, come avrebbe detto Flaiano, né grave né seria. In realtà, come sottolinea il pathos che ha spinto migliaia di italiani a schierarsi da una parte o dall’altra, sottende “cose” veramente importanti sulle quali mi riprometto di tornare nei prossimi giorni.
Oggi proviamo invece ad uscire dalla depressione generale indotta dalle dinamiche politiche degli ultimi mesi e dalla prospettiva di una campagna elettorale estiva che riuscirà certamente, in un modo o nell’altro, a rovinarci almeno in parte le vacanze.
Ci troviamo di fronte alla classica commedia all’italiana dove farsa, grottesco, dramma e ilarità si mescolano mirabilmente.
Sosterrò questa mia tesi con riferimento a tre aspetti che possiamo indicare come:
– La Costituzione
– La sovranità del popolo
– La burocrazia parlamentare
Però vorrei prima ricordare che la traduzione italiana di impeachment è “messa in stato d’accusa”. Detta in inglese fa più figo.
I magnifici due, Di Maio e Salvini, sostengono che Mattarella ha violato la costituzione. La cosa sembra curiosa perché prima di fare il Presidente della Repubblica Mattarella era componente della Corte Costituzionale della quale non puoi entrare a far parte se la Costituzione non la sai a memoria, e noi sappiamo che i nostri amici, al bisogno, hanno la memoria molto corta.
Difatti quel burlone di Di Maio, dopo aver nominato prima delle elezioni il “suo” governo e averlo comunicato “per gentilezza istituzionale” a Mattarella, negli ultimi tempi e fino all’ultimo minuto a tutti quelli che gli chiedevano anticipazioni sui nomi dei futuri ministri rispondeva serafico: “Per rispetto della Costituzione non dico niente perché i ministri li nomina il Presidente della Repubblica”.
Sempre a proposito di memoria corta i magnifici due, alfieri del governo del cambiamento, si sono dimenticati che non molto tempo fa hanno fatto fuoco e fiamme per bocciare quella riforma della Costituzione che, a seguire, avrebbe permesso davvero agli italiani di scegliere da chi essere governati. Salvini non l’ha letta perché come ha sempre sostenuto a lui andava bene tutto, Costituzione o legge elettorale, pur di mandare a casa Renzi. Grillo non l’ha letta e ha esplicitamente invitato i suoi a “votare con la pancia”, cioè a non perdere tempo a leggere tutte quelle sciocchezze, perché il punto vero era quello di mandare a casa Renzi. (E se Renzi avesse pensato un po’ di più a queste sciocchezzuole prima di metterci la faccia?)
L’accusa più grave però, non avendo i due troppa dimestichezza con la Costituzione, e preferendo di gran lunga la politica ruspante, è quella per cui Mattarella avrebbe ignorato deliberatamente le precise indicazioni degli elettori, violando il sacro principio della sovranità popolare e non consentendo l’avvio del governo voluto dagli italiani.
Anche in questo caso non si capisce se prevalga la (assenza di) memoria, l’ignoranza o la spudoratezza.
Durante la campagna elettorale 5Stelle e Centrodestra se le sono date di santa ragione. Berlusconi che era e, al momento in cui scrivo è ancora, in coalizione con Salvini è ri-sceso in campo come nel ’94 per difendere l’Italia dai “grillini molto più pericolosi dei comunisti”. Anche a lui la fantasia non manca. E Di Maio non l’ha presa bene.
Finite le elezioni Di Maio il panettiere si è messo ad aprire forni a destra e a manca (nel senso proprio dei termini): prima con Salvini, poi mai più con Salvini; con il PD senza Renzi ma alla fine va bene anche con Renzi; poi mai più col PD; poi in realtà con Salvini non ci eravamo capiti bene mentre invece abbiamo tante cose in comune. Ora, al di là di tutto, questi benedetti elettori, questo popolo meraviglioso le cui precise indicazioni Mattarella avrebbe perfidamente violato, quando hanno messo la croce sulla scheda indicando un partito o una coalizione, cosa avevano in mente davvero? Qualcuno ogni tanto salta fuori con l’idea che gli elettori siano “c……i “, diciamo sciocchini, perché non sanno scegliere bene. Però, vivaddio, una qualche scusante ce l’hanno. Nessuno, ma proprio nessuno, aveva detto loro che con quella croce sulla scheda avrebbero avuto un potere enorme perché, con un solo gesto, avrebbero nominato il governo, il Presidente del Consiglio e anche il Ministro dell’Economia. Altro che tombola.
Nessuno, ma proprio nessuno, ha spiegato loro che, votando esattamente come hanno votato, avrebbero risolto brillantemente il dramma esistenziale di tutti gli italiani e cioè la scelta “tra così o pomì”, tra un governo 5 Stelle-Pd o un governo 5 Stelle-Lega.
Nessuno ha ricordato loro che votando esattamente come hanno votato avrebbero nominato Conte presidente e Savona ministro. In questo caso la distrazione degli elettori si spiega perché sia Conte che Savona, mai stati tecnici, si erano dimenticati di presentarsi alle elezioni.
Siamo seri! Gli elettori hanno scelto i partiti che gli dispiacevano meno e questi partiti, come succede in tutti i sistemi proporzionali come la Germania, dovevano trovare un accordo. E qui immediatamente casca l’asino della serietà e ritorna la commedia all’italiana, con fugace apparizione anche nei teatrini della Germania.
Non si può dire accordo perché siamo diversi e ci siamo presentati all’elezioni in contrapposizione. (ma va, adesso se lo ricordano). Non si può dire coalizione, come dicono quei sornioni dei tedeschi, perché non siamo una coalizione. Noi stiamo lavorando, ovviamente nell’interesse degli italiani che, inconsapevolmente, devono avere votato anche questa cosa, a un “contratto di governo alla tedesca”.
Bene, se non ricordo male i tedeschi ci hanno messo tre mesi per scrivere un dettagliatissimo contratto di trecento pagine specificando punto per punto provvedimenti, leggi, interventi pubblici e tutte le relative coperture finanziarie. Però è risaputo che i tedeschi, tra l’altro tanto simpatici a Savona, sono pignoli e poco fantasiosi. Va detto, per onestà intellettuale, che il contratto tedesco non è stato tradotto da Wikipedia, fonte alla quale si abbevera normalmente la cultura del duetto.
I nostri comunque sono più bravi: in meno di quindici giorni hanno redatto un agile volumetto da sottoporre, prima che a Mattarella, alla piattaforma e ai gazebo. In questo caso Salvini è stato più democratico perché ai gazebo potevano votare tutti gli italiani mentre sulla piattaforma solo i soliti quattro gatti. La scheda simil-referendum della Lega era fantastica. Se non ve la ricordate ve la riassumo io.
Cari cittadini, preferite essere belli, ricchi, sani e intelligenti oppure brutti, poveri, malati e stupidi?
Con grande sorpresa dei sondaggisti, che non ci prendono mai, e dei soliti commentatori politici da televisione, ha prevalso la prima opzione. Questo dimostra che almeno Catalano un po’ di cultura è riuscito a disseminare in questo Paese.
Ma il bello deve ancora venire. Ammesso e non concesso che la messa in stato d’accusa avesse un qualche fondamento, si è scoperto che anche volendo non si poteva fare. Per colpa della burocrazia e di tutte le leggi, regolamenti, commi, ecc. allo stato attuale non è possibile avviare la procedura perché manca l’organo formale che, solo, potrebbe istruire la pratica. E perché manca l’organo, visto che in questo caso Mattarella di sicuro non ha nessuna colpa? Perché fino a quando non ha preso avvio un governo nessuno può sapere in anticipo chi starà in maggioranza e chi all’opposizione (ma gli italiani non si erano espressi chiaramente su quale governo volevano? La memoria continua a fare brutti scherzi). Quindi, dal momento che tutte le presidenze vanno attribuite puntigliosamente con il manuale Cencelli, prima di procedere alla nomina bisogna sapere quali e quanti ministri hanno preso l’uno e l’altro componente della coalizione, pardon, del contratto di governo, del governo del cambiamento.
Riassumiamo: Mattarella deve essere messo sotto accusa perché ha impedito la nascita del governo voluto dagli italiani. Però se non si forma il governo non si può completare la composizione di tutti gli organismi delle Camere, compresa quella che deve materialmente metterlo sotto accusa. Quindi si può dire che il governo non puo’ mettere sotto accusa Mattarella perché Mattarella ha impedito la nascita di quel governo che avrebbe potuto metterlo sotto accusa. Un bel casino.
Che dire, l’ultimo commento che mi sento di fare in chiusura è più epidemiologico che politico.
Sembrava che la sindrome di Giachetti, che qualche mese orsono aveva colpito il PD, fosse una malattia contenuta e limitata agli esponenti di quel partito. Invece mi pare di poter dire, anche se non sono un medico, che in pochi mesi è diventata una vera e propria epidemia che colpisce tutti, senza distinzioni politiche di sorta.
Per chi non avesse buona memoria (sempre con sta memoria!) ricordo che la “sindrome di Giachetti” è quella malattia per la quale in molte occasioni la faccia sostituisce il culo e viceversa. Di per sé non è una malattia grave, non porta alla morte, anzi, senza fare nomi, sembra che in qualche caso prolunghi la vita. Il problema è che non si è ancora trovato alcun rimedio. E’ come il raffreddore. Niente di grave ma fastidioso, anche perché, a differenza del raffreddore, la sindrome di Giachetti non passa in pochi giorni.
Ad Maiorca, come direbbero i nostri simpatici amici.